Drifting al tonno rosso e terminali
mar 15, 2021A cura di APS Liguria Fishing Adventures
La pasturazione e l’abboccata
Il concetto consiste sostanzialmente nel creare una scia di pastura composta da sarde intere o a pezzetti e posizionare le esche lungo questa scia affinchè il pesce, risalendola come Pollicino, prima o poi si imbatta nelle nostre insidie ed abbocchi.
Concetto semplice… ma la sua applicazione?
In realtà tra la teoria e la pratica ci sono diversi fattori che introducono elementi di complessità tali da rendere inefficace l’azione di pesca, che per essere efficace deve vedere le esche muoversi all’interno della nostra scia in modo naturale ed il pesce non deve percepire visivamente il filo:
- Le nostre esche sono all’interno della scia di pastura?
- Le nostre esche, nel momento in cui andiamo a rilasciare il filo per farle “derivare” insieme alla pastura, hanno un movimento naturale?
- Il filo, che generalmente varia da un diametro di 0.6 mm a 1 mm è visibile al pesce?
Alla prima domanda si risponde generalmente con l’esperienza, la conoscenza della corrente, della corretta piombatura e della distanza sia dalla barca, sia dalla superficie, fanno la differenza.
Circa la naturalezza con cui si presenta l’esca, sia dal punto di vista del suo movimento in corrente, sia da quello della visibilità, il ruolo determinante è rivestito dalla qualità del filo che andremo ad utilizzare: abbiamo bisogno di un filo che ci consenta di essere “sinuosi” e al contempo di essere invisibili.
Prima dell’avvento dei fluorocarbon moderni i pescatori si dividevano tra quelli che usavano il nylon per la sua maggior sinuosità e quelli che preferivano il fluoro, perché, sebbene più rigido, era meno visibile in acqua (oltre ad altri vantaggi, quali la resistenza all’abrasione, di cui parleremo più avanti): quindi una soluzione consentiva un movimento dell’esca più naturale, l’altro una minore visibilità del filo.
Riguardo all’invisibilità, ricordo infatti, che la densità del fluorocarbon è tale da avvicinarsi molto a quella dell’acqua, ottenendo un indice di rifrazione ridotto che di fatto va ad eliminare l’effetto “lente” che invece ha il nylon.
Il mondo era quindi diviso tra i sostenitori del “fluido” e dell’”invisibile” fino a quando gruppo DP ha tirato fuori, perdonatemi il gioco di parole, l’ASSO dalla manica: una gamma di fluorocarbon che uniscono le due doti: morbidezza e invisibilità.
Noi di Liguria Fishing Adventures abbiamo avuto l’onore ed il piacere di testare tre prodotti di punta del marchio ASSO:
Invisibile pink e clear differiscono semplicemente per il colore, il pink ha una tonalità leggermente rosa, studiata perché sparisca, come tutti i colori della gamma del rosso, con la profondità, mentre il clear è completamente trasparente. Al tatto sono fili molto morbidi e pastosi, sembrano quasi nylon, ma di fatto sono 100% fluorocarbon, dotati di estrema resistenza all’abrasione e di poca elasticità.
Sono ormai due anni che li testiamo, dai diametri più sottili su palamite (ed i loro formidabili denti ) ed alletterati e sui tonni rossi e abbiamo gestito pesci vicino ai 100 kg con diametri relativamente piccoli come lo 0.70
L’high stretch è un fluoro assolutamente innovativo, trasparente e dotato delle medesime doti di morbidezza dell’invisible, ma con una “dote” in più, un coefficiente di elasticità maggiore, che, non fondamentale nella fase “pre-combattimento” diventa un valido alleato quando si lavora con terminali più sottili.
Il combattimento
Il pesce ha trovato la nostra esca all’interno della scia di pastura, ha ceduto alla lusinga ed ha abboccato, comincia il gioco.
In barca l’attenzione è sul canto del cicalino del mulinello, sulla canna piegata verso il mare , indossiamo la cintura ed comincia il tiro alla fune, dall’altra parte del filo, nel blu, un animale che può essere 30, 40, 100, 200kg, non lo sappiamo ancora…
Il combattimento si dipana in diversi momenti, la fuga iniziale, il combattimento alla picca in cui dobbiamo sollevare il pesce dal fondo e i giri della morte, quando un pesce stanco ma non sfinito arriva in superficie facendo giri concentrici… la tensione sull’attrezztura è sempre al massimo, e le frizioni sono tarate quasi al limite del carico di rottura.
Qui entrano in gioco tre caratteristiche fondamentali dei fili:
- il carico di rottura
- la resistenza all’abrasione
- l’elasticità
Le prime due caratteristiche sono decisamente soddisfatte nei fili che ho prima menzionato, specialmente la resistenza all’abrasione dei tre si è dimostrata impressionante su pesci che hanno sfregato contro le cime delle ancore o sulle murate alla fine del combattimento: non dovrebbe succedere, ma succede, e nella maggior parte dei casi, quando il terminale sfrega in murata il pesce è perso, invece, questi prodotti della Asso ci hanno veramente stupiti, non una rottura per sfregamento.
Sempre parlando di abrasione, un altro problema consiste nei denti del pesce: pescando con ami circle è abbastanza difficile che il pesce ingoi l’amo e che il filo sfreghi sui denti, ma con ami tradizionali, come quelli che usiamo per la pesca delle palamite, è molto frequente: in questi casi i prodotti asso ci hanno davvero stupito, hanno saputo resistere a denti incredibilmente affilati delle palamite.
Veniamo ora all’elasticità, elemento non essenziale sui grandi diametri, diventa un punto di forza su tonni allamati con i diametri 0.59 e 0.69.
Talvolta in condizioni di acqua particolarmente limpida e pesci svogliati siamo costretti a scendere di diametro, e, ironia della sorte, è proprio in quelle condizioni che abbocca il pesce importante….
E’ nel momento finale del combattimento che l’elasticità diventa un alleato: abbiamo il pesce a pochi metri, la frizione è chiusa e non possiamo cedere filo, la canna è piegata al limite e non può più reagire elasticamente alle sollecitazioni e abbiamo solo il terminale in acqua: poter contare sulla reazione elastica del terminale è fondamentale per compensare le ultime testate del nostro avversario.
High stretch ha veramente rivoluzionato il mondo del fluorocarbon dedicato al big game, una tecnologia veramente rivoluzionaria, testata nel 2020 su decine di pesci.